mercoledì, dicembre 12, 2007

La cosa rossa trionferà


Ja la tenim aquí. La Cosa Rossa ja ha passat de projecte a realitat i a Itàlia ja sabríem què votar. Junts I Verdi, Rifondazione, el PdCI i Sinistra Democratica (la gent dels ds que no ha volgut fer un partit amb la dreta). L'esquerra italiana una altra vegada marcant el camí de les esquerres europees (i una altra vegada amb la col.laboració de l'esquerra catalana). Es diuen La Sinistra/Arcobaleno. El nom és llarg i raro, però pitjor ho tenim alguns. Doneu un tomb per la pàgina de l'assemblea constituent.

Us deixem la declaració d'intencions que ha sortit de la reunió:


Dichiarazione d'intenti

Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo. L’Italia moderna, nata dalla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.
Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civiltà; valore del lavoro e del sapere; centralità dell’ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali e maschilisti.
Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraverso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L’ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ed autonoma, capace di competere per l’egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centrosinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai gruppi e ai partiti più importanti della sinistra e dell’ambientalismo in Europa.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell’ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.
Mettere in valore l’ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminazione verso le donne.
Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un’economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell’umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell’informazione, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell’epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l’umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L’Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irakena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c’è bisogno di un’ Europa più forte ed autonoma.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e gli orientamenti sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l’omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali e istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall’opposizione. I temi all’ordine del giorno sembrano “autorità, governabilità, decisione”, non si vede che quelli veri sono l’autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l’autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.
La sinistra/l’arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l’antico trasformismo. Se c’è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell’ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla perdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, ‘ndrangheta, camorra; dall’oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.
Noi, partecipanti all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinistra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivamente alla costruzione del nuovo soggetto federativo. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.
Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situazione italiana e influenzare la politica europea.
Assemblea generale della sinistra e degli ecologistiRoma, 8/9 dicembre 2007

lunedì, dicembre 10, 2007

Missatges de QDS


Missatge de QDS a Joan Ferran:

La pega de dir que els periodistes no fan bé la seva feina és que són ells els encarregats d'explicar-ho.


Missatge de QDS a Josep Cuní:

Mira, Josep. Aquesta entrevista és el millor exemple dels efectes devastadors que té en tu haver entrat a l'star system català (que ja és ben poca cosa). Ja no saps fer la teva feina. Editorialitzes més que entrevistes i has convertit el teu programa en la caixa de ressonància de les teves pròpies obsessions. Normalment agressives contra l'esquerra, by the way.


mercoledì, dicembre 05, 2007

Travelos de la política

A QDS hi ha un tipus de dirigent polític retirat que ens fa molta ràbia. És el salva- pàtries que es veu a ell mateix (només ell s’hi veu) un gran home d’Estat que intervé quan creu que ho ha de fer pel bé del país; egòlatres de la política que al creure’s pares de la pàtria es permeten el luxe de donar lliçons sobre el que s’ha i el que no s’ha de fer. En tenim uns quants exemples a Europa: Giscard a França, Thatcher a Angleterra, “Belthebuth” a Itàlia…

I a Catalunya tenim el Pujol, que és la versió regionalitzada i cutre dels anteriors (no repetirem aquí per si algú acaba de dinar els comentaris que un ex-ministre Alemany va fer als membres de QDS en un exquisit sopar a la Barceloneta sobre els aires de grandesa de Pujol a les reunions del Comitè de les Regions i les pertinents “rises” de la resta de la sala).

El Pujol és un tio que, com diu el gran Morán, se’l nota més quan no hi és que quan hi era. Perquè, amics de QDS, com es pot tenir els collons d’anar a una mani on es barregen la reivindicació del transport públic i la independència tenint el currículum que té l’amic Jordi? Com es pot tenir tanta barra? Hi han dos elements que van caracteritzar clarament la gestió de Pujol els 23 anys que va estar apalancat a Sant Jaume: primer, una deixadesa constant dels serveis públics a Catalunya, inclosos els de transport; i segon, el pacte constant amb Espanya i els seus Governs.

Amb aquest currículum, com es pot tenir els sants collons d’anar a la mani de dissabte passat? El Pujol no és un pare de la pàtria que intervé quan aquesta està en perill. El Pujol és el principal culpable de la situació del Transport públic avui i del bloqueig del desenvolupament de l’autogovern de Catalunya durant molts anys: "remember" Majestic? No, lamentablement ningú no se’n recorda ja de res, i la gent s’inventa el passat.

A QDS no pensem llegir les memòries de Pujol i fem una crida ciutadana a no llegirles. Perquè si el tio és capaç de reinventar-se d’aquesta manera, us imagineu el que haurà escrit sobre el seu passat? Ara resultarà que el tio va estar al "maquis", al penal de Burgos, va escapar el "Garrote Vil", i li va a proposar a Schuman la CECA fent un café a Saint Germain. I la pasta de Banca Catalana segur que se la van endur el Villarejo i el Mena.

Quina cara que tenen. A QDS ja ens estem imaginant a Felipe González a la propera contracimera de la OTAN al costat d’Olivier Besancenot; o a Jacques Delors en un míting de la UKIP. Miró i Ardèvol propera reina de la Love Parade a Berlín? Duran i Lleida de voluntari d’Andalucía Acoge a Almería?

I perquè no fem a Artur Mas president de Spanair, ara que el rollo de presidir línies aérees està de moda? La palma se l’endurien sens dubte Puigcercós i Joel Joan d’alumnes a la Universitat, però això ja seria massa fort. Impossible.

O Pasqual Maragall criticant l’Estatut i flirtejant amb la independència. Ai, perdoneu, igual que amb el D’Alema, això ja ho hem vist. És la tradició del travestisme sociata. Ai, perdoneu, del travestisme democràtic.